Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando.
Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome ve lo conceda. Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri.
Pensieri del Cardinale Schönborn su questo testo biblico:
“Era una sera di maggio dell’anno 1991, dunque 21 anni fa. Avevo appena ricevuto la comunicazione che il Papa Giovanni Paolo II mi aveva nominato Vescovo ausiliare per Vienna. Agitato, confuso, pieno di domande sedevo in autobus per andare nel mio alloggio ai margini della città di Roma. Un viaggio interminabile in un vecchio autobus strepitante e rumoroso. Consiglio a tutti coloro che a Vienna si lamentano dei trasporti pubblici di vivere un tempo a Roma, costretti a ricorre ai mezzi di trasporto pubblici. Vi garantisco che troveranno Vienna meravigliosa e che non si lamenteranno più!
In questo lungo viaggio in bus mi passava sempre per la mente una parola di Gesù: “Io però vi chiamo amici”! Perché proprio questa parola, che si trova nel Vangelo odierno? Che cosa proprio allora mi ha tanto commosso in questa parola che poi l’ho presa come motto per il mio ufficio episcopale?
Oggi, molti anni dopo posso dire: Resta per me una delle più importanti parole di Gesù. Per la mia vita è stata molto determinante e decisiva: “Non vi chiamo più servi…Ma vi ho chiamati amici”. L’amicizia è per me “l’elisir della vita”. Dá alla vita sostegno e consolazione, è ristoro ed incoraggiamento. Che cosa costituisce l’amicizia? Come sorge? Come si mantiene in vita? E che cosa la mette in pericolo? Oggi molte persone hanno i cosiddetti „amici“ in facebook, alcuni centinaia, migliaia. Credo che possiamo avere molti conoscenti, veri amici sono per lo più un numero contenuto. Gesù chiama i dodici apostoli amici. Dice anche il motivo della sua amicizia: „Vi ho fatto conoscere tutto ciò che ho udito dal Padre mio”. Gli amici condividono ciò che sanno, si scambiano le loro esperienze. Per questo bisogna conoscersi reciprocamente e per questo serve tempo. Chi non spende tempo per l’amicizia, perderà i suoi amici. Questo vale anche per l’amicizia con Gesù. Vive dal fatto che mi prendo tempo per il silenzio, per la preghiera, tempo per Gesù. Non è mai tempo perso. Quante volte invece sono ore davanti al televisore tempo sprecato!
L’amicizia vive dal fatto che io mi interesso degli altri, che condivido con l’amico gioie e dolori che partecipo delle sue preoccupazioni. Appartiene ad una delle esperienze più forti della mia vita, quella di come amici mi sono stati vicini in momenti difficili. Gesù mostra fino a che punto possa andare questa azione per l’amico: “Non c’è amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”. Questo ha fatto Gesù. Paolo fu sopraffatto quando gli fu chiaro fino a che punto giungeva l’amicizia di Gesù per lui personalmente: “Mi ha amato e si è donato per me”.
Che cosa rende solida un’amicizia? Se gli amici sono concordi nel loro volere, se trovano gioia nell’essere uniti nel volere con l’amico. Per questo amicizia con Gesù significa: “Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando”. Ancora una domanda: si può avere amicizia con Dio? Lui, invisibile ed eterno. Noi, uomini mortali! Gesù ha superato proprio questa distanza. Lui è veramente Dio e uomo. Così possiamo diventare perfino amici di Dio.“